Questo libro esorta a esercitare la virtù fondamentale degli innovatori,
 dei costruttori, di coloro che creano un'opera d'arte, una impresa, un 
partito, che cercano e scoprono la verità. Perché noi incontriamo sempre
 degli ostacoli, dei pericoli, dei nemici e non dobbiamo farci fermare. 
Ciascuno di noi nella vita ha una missione, un compito che deve 
scoprire, coltivare e portare a compimento. Ma sono mille gli stimoli 
che ci confondono e ci allontanano da esso. Per restare fedeli alla 
nostra vocazione, dobbiamo ascoltare le voci più profonde e fare delle 
scelte difficili, resistendo alla paura, alla pigrizia e al conformismo.
Il coraggio è una virtù morale e sociale, e non va confuso con la temerarietà e l'avventatezza.
Occorre
 coraggio per cercare la verità resistendo ai luoghi comuni e ai 
pregiudizi. Occorre coraggio per vedere lucidamente i pericoli che ci 
circondano Occorre coraggio per identificare le possibilità. Occorre 
coraggio per capire come sono realmente le persone senza farsi ingannare
 dalle apparenze. Occorre coraggio per fare la guerra. Occorre coraggio 
per fare la pace. Occorre coraggio per essere giusti. Occorre coraggio 
per essere buoni. Occorre coraggio per amare profondamente. Occorre 
coraggio per concepire un grande progetto e portarlo a compimento. 
Occorre coraggio per superare noi stessi, per andare alla ricerca di ciò
 che ci innalza.
Trascritta la prefazione mi soffermo 
ora sul contenuto.. esso spiega i vari aspetti che la mente umana, i 
comportamenti e le azioni interne ed esterne all'uomo possono complicare
 e rendere vano il percorso.
Anche nell'individuo più acuto e 
propenso a seguire il proprio obiettivo, il fato, le conoscenze, la 
classe sociale possono vanificare ogni suo intento.
Per 
affrontare la vita non basta essere capaci, abili, intelligenti. Bisogna
 anche essere coraggiosi, tenaci, riuscire a controllare la propria 
ansia e quella degli altri. Alcuni ci riescono bloccando i propri 
sentimenti, le proprie passioni però vi sono anche quelli 
emotivi,appassionati. Costoro devono essere ottimisti.
Quando la nostra mente si accinge a creare il nuovo, ad un certo punto
 comincia a chiudersi. Si concentra su un problema, gli gira intorno 
continuamente. mentre prima eravamo avidi di stimoli, adesso siamo alla 
ricerca di informazioni che ci servono. Quando abbiamo creato il 
silenzio e il vuoto, nella mente si rileva la strada. La intravvediamo, 
la perdiamo, la ritroviamo. Dobbiamo solo saper ascoltare la misteriosa 
guida interna. Negli antichi questa impressione era così forte che 
invocavano l'ispirazione del dio o delle muse.
E' un 
errore mandare la gente in pensione a cinquantacinque o sessant'anni, 
quando ha acquistato una preziosa competenza. Ed è assurdo che uno ci 
vada volontariamente. Il riposo va bene per chi è inabile, ammalato. 
Mentre chi fa un lavoro troppo pesante, dovrebbe averne uno più leggero,
 ridotto. Però ogni essere umano, finché è sano e lucido, dovrebbe 
essere attivo, lavorare, imparare nuove cose. Michelangelo aveva più di 
sessant'anni quando ha dipinto il Giudizio universale.
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