domenica 13 ottobre 2019

Giornata F.A.I. d'autunno 2019, passeggiando per Modena; Palazzo universitario e Osservatorio Geofisico.. nonché...

Quest'anno ho deciso di non allontanarmi troppo da casa purtroppo però i siti accessibili sono pochi o, per lo meno, son pochi quelli che mi interessano, che non ho già visto o che non sia obbligatoria l'iscrizione al Fondo.
Così eccomi a vagar per le vie di Modena alla ricerca dei due luoghi da me scelti osservando, di tanto in tanto, le vetrine dei negozi. Sono entrata nella caffetteria "Giusti" visitata in occasione di un tour commerciale dei negozi storici e ne ho gustato, finalmente, il caffè e ho fatto qualche photo alle vetrine più accattivanti.
Entro nell'Osservatorio Geofisico situato al lato dell'Accademia Militare di Modena, per giungere sulla cima è necessario percorrere una scalinata dell'accademia in cui non è possibile far Photo ma, una volta arrivati sulla cima, tutto è permesso. Le tre guide sono studenti alla loro primissima esperienza e al loro primo giro di tour, inevitabilmente si è notato l'impiccio, l'imbarazzo e la titubanza, chi più, chi meno... Ma, come dice il detto; l'importante è l'impegno.
In sostanza agli inizi del 1800 il Duca di Modena Francesco IV d’Este assieme a due grandi Scienziati Giuseppe Bianchi e Giovanni Battista Amici, diedero vita a questo Osservatorio.
La direzione viene affidata a Bianchi che curava l'aggiornamento del primo volume manoscritto delle osservazioni 1830-1859. Il Settembre 1859: fra le osservazioni e le note dei fenomeni meteorologici di quell’estate, si trova la cruda nota “licenziato il Bianchi” e, pochi giorni dopo, la notizia della nomina del Tacchini a Direttore dell’Osservatorio.
Per poi passare in mano a vari direzioni e a differenti scoperte tutt'ora presenti, del corso degli anni in cui il luogo veniva utilizzato;


1859-1892 : l’Osservatorio Meteorologico
1892-1906: l’Osservatorio Geofisico

1906-1936: Nascita del Museo dell’Osservatorio

1936-1965: l’Osservatorio e a dare continuità alle osservazioni meteorologiche.
1965-1984: L’Istituto Osservatorio Geofisico
1984-1994: La Direzione Santangelo

1994: Chiusura dell’Istituto Osservatorio geofisico e passaggio a Ingegneria

1984-2013: Un periodo molto travagliato;



  • 1987: Terremoto con epicentro a Correggio. In seguito all’evento i locali dell’Osservatorio, che hanno subito danni significativi, non vengono più ritenuti sicuri e sono dichiarati inagibili. Nel breve periodo i locali sono resi nuovamente agibili solamente per la manutenzione della strumentazione, ma i progetti e i finanziamenti per il ripristino dei locali si protraggono fino al 1996;
  • 1997: Nuovo terremoto nelle provincie di Modena e Reggio Emilia. Questa volta i lavori di consolidamento partono più in fretta e tutto sembra risolversi.
  • 1999: La ditta che sta terminando alcuni lavori di ristrutturazione provoca un incendio al tetto della struttura. I locali subiscono danni gravi, sono nuovamente chiusi e rimangono sotto sequestro giudiziario fino al 2001.
  • 2002-2003: Nel mondo si assiste ad una escalation di attentati terroristici e si innescano nuove guerre, in particolare il conflitto in Iraq. Come conseguenza l’Accademia Militare deve innalzare il livello di sicurezza e ciò comporta forti restrizioni all’accessibilità dell’Osservatorio . Questa situazione si protrarrà per 10 anni.
  • 2012: Terremoto dell’Emilia. I locali dell’Osservatorio, sui quali erano già stati fatti diversi interventi di consolidamento sono nuovamente danneggiati e necessitano di nuovi interventi.
Ora tutto è visitabile senza intoppi o problemi, non tutte le apparecchiature sono integre come son state costruite in origine ma il tutto è ben tenuto e gli storici apparecchi danno effettivo concetto di ciò che era la loro funzione.
Purtroppo non tutte son state illustrate perché, ovviamente, i tre ragazzi non hanno le nozioni tecniche e specifiche che uno studioso della materia potrebbe avere ed esporre ma, dopotutto, chi se le ricorderebbe tutte le nozioni dopo il breve tour?

I tre ragazzi che illustrano il sito ci portano all'ultimo piano del palazzo universitario un contesto composto da sette sale piene di poveri animali imbalsamati e rinchiusi in teche e, quindi, non ben visibili e di cui non è possibile far foto decenti per l'eccessivo riflesso.  Il tema ideato per la visita non mi interessava particolarmente e, per questo, praticamente non ho ascoltato nulla di ciò che loro hanno raccontato.
Ho solo loro chiesto se son stati catturati appositamente per essere imbalsamati o se erano già morti nel momento del fattaccio!
Alcuni animali, come questo coccodrillo a lato, hanno anni sulle spalle perché donati in antichità al Duca. Presente il grosso squalo bianco ottocentesco, catturato a Genova, un ippopotamo e un rarissimo Rinoceronte nero della Somalia.


La visita è stata però troppo breve rispetto a ciò che il foglietto illustrativo del F.A.I. illustrava inoltre l'attrattiva al sito riportava il Museo della medicina tropicale di cui si ha avuto solo accenni. Penso che dovrò tornarci per avere informazioni più dettagliate rispetto a quelle che gli studenti si son studiati per l'occasione.
Una cosa ho però imparato; se un referto non ha la targhetta con il nome ma solo una sigla è perché non ne è stata chiaramente identificata la specie!
Sulla via del ritorno scopro che l'antica farmacia dell'ospedale è aperta e accessibile gratuitamente, una stanza con armadi in legno e una miriade di scaffalature su sfondo blu. Praticamente identica a quella di Imola solo priva delle brocche che contenevano le varie tipologie di erbe e priva dei libri causa probabili furti. Una stanza in cui è entrato un gruppo accompagnato da una guida turistica dopo solo due photo scattate.
Ho ascoltato la spiegazione del soffitto decorato con il simbolo della mano che era il simbolo di un significato che non ricordo pienamente quindi non lo trascrivo per non divulgare fesserie.
Nel gruppo saluto un cliente del negozio in cui lavoro che, a sorpresa, mi prende a braccetto e mi unisce al gruppo per vedere il museo Anatomico e il relativo Teatro.
Già nel 1494 all'Università di Modena si svolgevano dissezioni di cadaveri di giustiziati e l'insegnamento dell'anatomia aveva un rilievo fondamentale. Trattasi dell'antico ospedale di Modena in cui hanno ampliato locali dedicati alla didattica del corpo umano, di com'è fatto e delle sue caratteristiche artistiche.
Il teatro anatomico, che conteneva 400 persone, fu costruito grazie all'iniziativa di Antonio Scarpa (1752-1832). Poco più che ventenne, il chirurgo italiano era stato invitato dalla vicina Università di Padova a Modena, nel 1772, a ricoprire la cattedra di chirurgia e anatomia a seguito della riforma dell'Università voluta dal duca Francesco III d'Este.

In sostanza questo medico, chirurgo, anatomista e accademico Italiano è stato anche un aspirante artista; all'interno del Laboratorio vari tavoli in cui era solito sezionare i cadaveri per lavoro ma anche per creare, con il sangue del defunto accondiscendente, quadri e tele. Un raccapricciante hobby probabilmente apprezzato all'epoca. Nel piano, ma non comprese nella visita, un museo dedicato alla collezione di terracotte ostetriche di Giovan Battista Manfredini, statue dedicate alla Maternità.
Sempre non visitato in quest'occasione, al piano superiore del teatro e del laboratorio, il Museo di Zoologia e Anatomia comparata di cui mi dovrò informare sulle visite organizzate da Unimore o AGO Modena fabbriche Culturali. Qualcuna di queste non ne perderò occasione di visita!
E così ora scopro che il percorso a cui mi sono unita era gratuito, e io che mi sentivo già in obbligo morale di almeno un caffè al mio cliente benefattore anche se un caffè non si nega come dono.


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