domenica 25 ottobre 2020

Castello di Montecuccolo? No, Castello di Guiglia ex Residenza dei Montecuccoli.

Il mio arrivo a Guiglia è promettente, il sole è caldamente splendente e un parcheggio mi attende semideserto proprio frontale al bar che mi ha ospitato per il pranzo; due brioches (più una in borsetta) e un Caffè macchiato hanno dato valido sostegno per l'imminente visita al castello.
Sono stranamente in anticipo quindi eccomi a curiosar per la via del centro che mi porta al Castello, <Chissà come mai i viali principali di questi graziosi borghetti si chiamano tutti "Via Roma"> penso mentre la percorro con la macchina fotografica in mano incamminandomi verso il cartello marrone con la scritta "Pineta" che mi porta a percorrere il cortile di una dimora abitata. 

Il fogliame è fitto e variopinto, gli alberi son massicci ma non fitti e il sentiero porta alla chiesa visitata a fine percorso con i ragazzi del F.A.I. Purtroppo l'unico accesso è quello dal cortile perché il percorso al castello è chiuso con cancello e lucchetto.
Ore 13:00, all'imminente visita prenotata sul loro sito manca solo 30 minuti quindi mi soffermo su una panca ad osservar il luogo, "Casa Natale di Ercole del Rio-1723/1802-Grande campione Europeo di Scacchi" ed ecco che Qui l'amico Google mi fornisce l'informazione sulla storia della scacchiera e sui "Tre grandi Modenesi" scacchieristi del 1700.

Frontale alla dimora del civico n°5 ecco che il mio gruppo si riunisce e ci si appresta a entrare per la visita. Temperatura, disinfettata e inserimento nominativi a PC ed eccoci di fronte a una signora che ci racconta la storia di queste mura e di quello che ne è il suo contorno.
Ovviamente tutti i ruderi di un certo pregio sono passati in mano a vari proprietari e hanno subito guerre e distruzioni questo, nel tempo, ha pure perduto il ponte levatoio e chiuso una vecchia porta, d'altronde si sa... il restauro di un castello è un po come quando ti liberi delle cianfrusaglie in casa, se il ponte non serve più perché tenerlo?

La particolarità? Durante la seconda Guerra Mondiale, il paese di Guiglia e il suo castello assumono un ruolo strategico di immediata importanza a causa della vicinanza con la Linea Gotica dei tedeschi. Il paese divenne tappa per i militari tedeschi, la Rocca ospedale militare. Spesso Guiglia rimase immune ai bombardamenti, fino al 15 aprile del 1945 dove venne colpita dalle bombe alleate, che
distrussero molte case e danneggiarono varie zone di rilevanza come il lavatoio pubblico del Poggio, il Conventino e l’arco d’ingresso. (ed ecco spiegato l'enigma del ponte di cui sopra). Qualche giorno dopo, Guiglia verrà liberata.  Successivamente alla seconda guerra mondiale, il Comune cede in affitto “il Conventino”. Lo stabile viene adibito ad attività turistiche e ricreative, con trasformazione perciò a uso Albergo, Ristorante, Bar, Cinematografo, Sale da
concerto, di lettura, di giochi, di esposizioni artistiche e mostre. In questo contesto la rocca apre anche un casinò, destinato a durare pochi mesi, in quanto il Ministero dell’Interno impone la chiusura della casa da gioco lo stesso anno.
L'ingresso è formato dalla classica terrazza in cui si entra nella classica "Sala degli specchi" ma senza specchi, si tratta della zona divenuta ristorante con, a lato, il bar e l'antica vetrinetta con la finestrella che
comunica con la cucina per ogni necessaria necessità.
Scendendo le scale l'immensa cantina è il luogo divenuto rifugio prima, sala da ballo successivamente, anche qui un'altra cucina in cui sono presenti differenti stili di mobilio.
Salendo la scalinata eccoci alle tre stanze adibite a Casinò, ovviamente è presente la biglietteria e la toilette con il caratteristico stile del tempo nonché due tavoli da gioco discretamente conservati.
I gruppi son composti da un massimo di 15 persone esclusi la guida e il chiudi guida" che, poverino, mi attendeva durante le mie soste "Photo", non tutti però siamo saliti sulla torre, i

120 gradini stretti, vecchi e un poco sgarrupati ne hanno forse intimorito alcuni privandoli di un panorama veramente incantevole.
Dalla torre gli antichi del luogo osservavano l'intera valle, col bel tempo è possibile vedere "San Luca" Bolognese, Modena e tutte le frazioni che separano le due provincie. Oggi no, nonostante il sole la leggera nube ne ha oscurato la vista che, però, ha reso il panorama più vicino cromaticamente variopinto.

La famiglia Montecuccoli era devota alla Madonna di San Luca di Bologna, per questo motivo l'Oratorio si presenta come una riproduzione in miniatura La chiesa venne costruita in scala rispetto alla famosa Chiesa di San Luca di Bologna. Questo edificio in seguito sarebbe divenuto anche la tomba della famiglia Montecuccoli Laderchi.
L'interno è a croce, minuscoli inginocchiatoi di legno vecchio sono ai due lati del breve ingresso, l'altare è subito raggiunto e nelle due volte laterali ci sono il confessionale e due stanze collegate da una griglia in ferro, che servivano a nascondere alla vista chi era dentro.
Al centro la cupola pare che, in particolari giornate, crea un gioco di luci all'interno dell'edificio, forse proprio sulla scritta tombale posta sul pavimento di fronte all'altare.


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