domenica 6 dicembre 2020

Titubanze tra i viali

 Per corso di scrittura
Lo vedo; steso a terra come un sacco a pelo lasciato cadere dall'ultimo piano del palazzo adiacente. Mi soffermo titubante ad osservarlo... appare dormiente con la bocca leggermente inclinata verso il terreno e la bottiglia verde di birra stesa vuota al suo fianco. 
Cosa faccio?
Chissà se al risveglio può diventar violento, dopotutto siamo soli, la strada appare deserta e potrei fuggire lasciandolo al suo triste destino augurandomi l'arrivo di qualcuno e andando ad accendergli una candela in chiesa sperando in una sua salvezza.
Di solito si fa così, penso..
A Napoli la stessa scena mi è comparsa di fronte agli occhi mentre percorrevo il parco per raggiungere il B&b. Anch'esso appisolato con in mano stretta la sua bottiglia di birra quasi come fosse l'orsacchiotto di un bambino in culla, prontamente chiamai il 118 e quasi due ore di vacanza si son volatilizzate nell'attesa di lenti soccorsi svogliati.
"Ma è sicura che lui vuole assistenza?" Mi chiede quasi come nella speranza di una negazione. "Mi ha detto di si.." Rispondo con tono fastidiosamente seccato. Entrambi ubriachi e zuppi di Piscio, ne assaporo una vita amareggiata dalla sua stessa crudeltà quasi come un'arresa emotiva di fronte alle difficoltà del vivere.
Anche questo steso al cocente sole ma senza avere indosso il giaccone invernale del presunto senzatetto del parco Napoletano. E dire che entrambi gli ospedali distano solo cinque minuti, al sud forse sanno riconoscere l'individuo e sperano che il mix caldo+giaccone+alcool faccia il suo percorso? 
Quello che ho davanti almeno è in camicia, ha un aspetto non da mendicante , pare una persona che ha subito un grosso shock e si è consolata nella birra. Chissà se ha perso il lavoro, un'amore o entrambi penso mentre chiamo il 118. "Si è consenziente" dico mentre attendo solo tre minuti per poi lasciarlo a loro in custodia.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Veramente bello il tuo blog…direi alquanto reale.

La strada ne è piena di “anime perse”.

Anime che fino a due minuti fa conducevano una vita simile alla nostra: con una chiave di casa, una attività lavorativa come tante altre, dei sogni, speranze, aspettative.

Noi potremmo essere loro e viceversa. Fortuna, a volte è solo questione di fortuna.

Nonostante tutto, conservano un senso di dignità forte, genuino, vero.
Mesi fa scesi dal bus, direzione: “fare la spesa”. Scesi e notai una clochard a terra, in posizione fetale, sporca.

Entrai, feci la spesa, pagai e uscii.

Avevo comprato una coca-cola e un pezzo pizza per lei.
Mi avvicinai: “hey, scusa, tutto ok? Vuoi un pezzo di pizza de della coca-cola?
Lei aprì gli occhi (donna, forse 35 anni, occhi verdi, capelli rasta…devo dire bella) e mi guardò. Sembrò impaurita, estraniata. Rispose: “no no, grazie…non ne ho bisogno” e si rimise a dormire.
Io ci rimasi male, non so perché!

E' vero anche la scarsa considerazione che la società ha nei confronti dell’uomo dell’essere umano.
Il termine “misoginia” nel dizionario lo trovi,il corrispettivo che testimoni l'avversione nei confronti del mascgio dell'essere umano fai difficoltà a trovarlo: testimonianza del fatto che l'uomo maschile non subisce mai, nè ha mai subito, alcun tipo di violenza.

Stammi bene.

Provvida_sventura (digiland)

SheMatisse ha detto...

Che bel commento che mi hai lasciato sul blog, grazie per essere passato/a e per avermi lasciato traccia di un tuo pensiero.
Hai ragione a scrivere che noi potremmo essere loro, non è detto che se noi siamo in una certa posizione è perché "Ce lo meritiamo" o meglio, non solo...
Una debolezza può uccidere l'animo di una persona, come la può massacrare una non cura di se. La dignità è un filo talmente soggettivo che può far rendere grandiosa una persona ma distruggerne un'altra perché ricca anche d'orgoglio.
Ti invio un saluto virtuale e un augurio di una buona vita.