L'arrivo è anticipato sul luogo dello spettacolo teatrale basato sull'omonimo testo "I Monologhi della Vagina" di Eve Ensler, eccomi dunque a perlustrar i viali per scrutare l'antica villa ormai in stato d'abbandono ma prossima ad una ristrutturazione.
Il parco è assai vasto e un lungo sentiero raggiunge un boschetto in entrambi i lati ma io, ne percorro solo un tratto per poi tornare in prossimità del palcoscenico.
Da Wikipedia;
L'autrice scrisse i Monologhi per celebrare la vagina, che è descritta come sessualmente superiore al pene, in quanto di essa fa parte il clitoride, considerata la sola parte del corpo umano specificamente ed esclusivamente volta al piacere. Ensler considera la vagina come uno strumento di emancipazione, attraverso il quale le donne possono ottenere una completa femminilità e sviluppare la propria individualità. Ensler afferma che l'ispirazione alla base dei Monologhi le è venuta grazie a Tina Turner.
L'autrice dichiara inoltre che nel 1998 il significato dell'opera cambiò e, da celebrazione delle vagine e della femminilità, divenne la nascita di un movimento contro la violenza sulle donne.
Eve Ensler scrisse la prima bozza dei Monologhi nel 1996, dopo aver intervistato duecento donne sulle loro idee sul sesso, relazioni, e violenza contro le donne. Le interviste cominciarono come conversazioni casuali con amici della Ensler, ed in seguito giunsero a comprendere anche racconti di terze persone.
Ensler ha dichiarato che il suo interesse per le vagine cominciò «crescendo in una società violenta». «L'emancipazione delle donne è profondamente connessa alla loro sessualità» e «io sono ossessionata dall'idea di donne violate e stuprate, e dall'incesto. Tutte queste cose sono profondamente legate alle nostre vagine».
Uno spettacolo simil comico in cui la vagina ne è protagonista nelle sue varie forme e identità con riferimenti anche alle mutilazioni femminili e all'uomo anche lui non privo di violenza.
Patatina, fragolina, gnocca, passera, patata.... definita in vari modi forse perché vagina è un termine che pare volgare. Anche Cazzo lo è volgare. Gli uomini, però, hanno solo Cazzo e Pene senza scendere a nomignoli che, alla fine, siamo noi donne a esprimere per vergogna. Anche alcuni uomini han battezzato il loro organo, son rari ma fan sorridere sentirli parlare del "Il mio bambino"!
Personalmente ritengo che dovrebbero nascere spettacoli indirizzati alla violenza in genere perché, a dire di alcune statistiche, le violenze maschili son superiori
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