domenica 18 settembre 2022

Brunilda Pali, Donatella di Cesare, Luciano Eusebi e Umberto Curi

Mi siedo a fianco di una ragazza visibilmente Anoressica, forse solo con disturbi alimentari ma spero a una problematica di sviluppo e rifletto sull'immagine visiva di lei con il titolo offerto: Vittime!
Ma d'altronde chi non lo è se vengono considerate le vittime sociali, culturali o storiche? 
La lezione inizia con una marea di Photo fatte da due presunti giornalisti, ed ecco una di queste che inizia a ricercare lo scenario idilliaco quasi a voler creare l'immagine perfetta... si gira da una parte all'altra, con e senza flash e, poi? inizia a spostar segnaposti, bicchieri e contenitori d'acqua perché d'intralcio al suo creato. Direi che anche la sottoscritta, come la Donatella di Cesare ha fatto, non avrei bevuto nulla dopo tutto questo stocacciare!!!
Il tema della Vittima è assai complicato da esporre e lei lo illustra con sfumature di parole ricercate facendone capire e intuire i vasti concetti in modo semplicemente articolato. 
Dall'antichità in cui la vittima veniva emarginata a oggi che il concetto di vittima emerge con maggior influenza nei diverbi e nei contesti sociali con ragione o torto confluendo a volte nel vittimismo. 
La Vittima viene presentata in società come elemento del male, spogliata di qualità e virtù per enfatizzare il suo stato di vittima con la conseguenza a un destino segnato dall'accadimento.
E da qui il collegamento con la precedente lezione mi è inevitabile: Pali Brunilda che narra della giustizia riconciliativa e di quanto sia importante per alcune vittime il poter riconciliarsi con il proprio aguzzino. Espone un esempio di una donna violentata che ha espresso il desiderio di incontrare il suo violentatore detenuto per porgli quei quesiti che continuavano a tormentarla dopo l'accaduto. Come dimostrazione che l'avvenimento non l'aveva toccata, scalfita o privata della sua identità si è presentata ben curata e, dopo aver esposto i suoi quesiti, ha superato l'accaduto. Ha poi illustrato dipinti, immagini, simboli creati e ideati come raffigurazione di un conflitto e/o della giustizia, temi difficilmente raffigurabili in una singola immagine.

Simile ma diversa la Giustizia Riparativa esposta da Luciano Eusebi, assai complessa di cui in alcuni tratti ne ho perso il filo. In sostanza «La giustizia riparativa è un approccio per affrontare il danno o il rischio di danno, coinvolgendo tutte e tutti coloro che ne sono influenzati per raggiungere una comprensione comune e un accordo su come il danno o l’illecito può essere riparato e la giustizia raggiunta». Piuttosto che separare le persone o escludere quelle percepite come una minaccia, i processi di riparazione ripristinano protezione/prevenzione e sicurezza, riunendo le persone per annullare l’ingiustizia, riparare i danni e alleviare la sofferenza attraverso il dialogo e l’accordo. Sia lui che altri di questi concordano che il sistema giuridico così com'è ora formato ha delle falle e che sia necessario un nuovo sistema di identificazione del reale processo giudiziale e del successivo ripristino in società sia per coloro che hanno commesso danni sia per le vittime che non devono rimanere psicologicamente tali. E Nice, che dice??? Umberto Curi espone il concetto di massa basico della parola giustizia.
Raffigurata da sempre come una donna bendata, con in mano la spada della giustizia e dall'altra la bilancia per soppesare bene e male e di cui la vendetta è la punizione più ovvia per un illecito. Una punizione inflitta da coloro che, da creditori, ottenevano il possesso del debitore acquisendone diritti sulla sua persona e divertendosi dell'accaduto con gli amici. La nuova idea di giustizia è sbendata perché deve vedere bene i crimini e gli incriminati, ha una bilancia differente dove un grammo può pesare di più di un kg ed è priva di lancia.

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