domenica 5 gennaio 2020

Alla scoperta di Monte Catone!

Son quasi giunta nel luogo in cui il treno vien mosso, solo una porta ci separa e la tentazione di bussare per vedere lo stanzino di guida si fa sempre più intensa.
Vicine alla porta ci son due seggiole ma mi par scortese chiedere di sedere proprio in quella vuota in cui è poggiato il giubbotto catarinfrangente. Così rimango seduta sui gradini adiacenti ascoltando lo stridulo acuto del fischietto del capotreno solo alla prima fermata, e le successive? Avrà forse avuto cuore nei confronti del mio udito?
Finalmente mi siedo.
Mi trovo vicino al bagno e quì la fila si fa lunga, nell'osservare le varie scene scopro che i cinesi uomini si infilano il portafoglio nelle mutande poi inizio a pensare...
Cosa mi accade? Un tempo al solo pensiero di un viaggio avevo già la frenesia in corpo, la mente si stuzzicava all'idea di nuove scoperte e di nuovi paesaggi... ma ora? mi accorgo che mi sento quasi un poco sonnacchiosa come se il motorino della mente avesse il generatore fulminato.
E' strano come nelle stazioni di attesa non siano mai presenti cartelloni informativi; in un cortile,una rete mi separa da una strada trafficata, intenta a fissare il traffico fermo al semaforo..

Il treno si ferma nella City di Imola un ora e mezzo prima dell'orario previsto per la partenza verso il Monte così un giro in centro è doveroso. Acquisto i due biglietti di Andata e Ritorno Dal tabacchino poco distante e con l'Euro risparmiato mi prendo un caffè in uno storico locale dalla vetrina accattivante con una singolare cioccolatiera posta come decoro in vetrina circondata da cioccolato e sfiziosità che mi hanno stuzzicato il palato!

 
Sono in attesa del bus 140 che mi porterà da Imola a Monte Catone in cui si trova un rinomato Ospedale di Riabilitazione. E' strano pensare che solo 5 corse di Bus ti portano di fronte all'ingresso di un così importante istituto, sei nei giorni che vanno dal Lunedì al Sabato.
E mi pare strano che anche le corse per il ritorno possano essere così misere in numero anche se, devo ammettere, noi passeggeri siamo veramente in numero ridotto. Il bus è piccino, la salita verso il monticello affatica un poco il povero motore e, penso, possa essere più utile un sette posti a metano con due viaggi in più.
Circondata da vegetazione e tranquillità psichica eccomi di fronte all'ingresso a riflettere sul percorso che devo intraprendere per giungere alla mia destinazione finale. Primo piano, corridoio a destra mi comunicano alla reception. A primo impatto l'ambiente mi risulta freddo e distaccato, pulito e ben tenuto ma fin troppo formale. Poi il primo piano mi ha suscitato maggior calore, il pezzo centrale possiede una grande vetrata che fa entrare il calore del sole e permette una visuale a 360° della campagna circostante ma mi deprime il pensiero che alcuni possano rimanere a fissarla per troppo tempo.
Nell'insieme la giornata è risultata piacevole, le persone che soggiornano son quasi tutte in carrozzina e ci sono orari di alzata e di messa a letto che però non coincidono con le reali esigenze di alcuni pazienti.
Essendo adibita a disabili le stanze non son proprio attrezzate per le loro reali esigenze; la carrozzina del mio amico copriva l'armadio della sua compagna di stanza impedendogliene l'accesso. Lui, da allettato, non arriva a prendere da solo cose che gli possono servire come l'aspiratore del catarro (spento e acceso solo dopo averli chiamati più volte) o i guanti sterili per svuotare dall'aria la sacca che deve imparare a svuotare da solo ma di cui non gli hanno ancora spiegato il meccanismo. Il passaggio poi, è limitato ad una sola carrozzina, in ogni stanza è presente un ampio balcone che non riescono ad aprire da soli ed è impossibile da chiudere dall'esterno causando possibile gelo per l'ammalato che rimane all'interno.

Insomma... sarà rinomata, avrà una propria radio frequenza (che però non viene diffusa nei reparti), avranno psicologi che possono essere interpellati e programmi di fisioterapia ma se non danno modo loro di imparare a gestirsi e insegnargli come farlo a poco servono!
Le decorazioni di Natale però son carine... qualcuna in più non guasterebbe!


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