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mercoledì 26 maggio 2021
Viaggi in treno al tempo del Covid!
Nonostante il mio anticipato risveglio riesco comunque e inevitabilmente ad appoggiar il piede al binario tre nell'esatto momento in cui la voce annuncia l'arrivo del mio regionale.
Lascio l'auto in uno degli immensi parcheggi situati dietro la stazione, per arrivar a stampare il biglietto è necessario scendere nel sottopasso, percorrerne il corridoio, risalire al piano zero, entrare in biglietteria e tornare a scendere per cercar il corretto binario. Ovviamente con le valigie appresso opto per l'utilizzo dell'ascensore per le due discese e la salita. Entrambe ingombranti, nei corridoi lunghi viaggio bene, solo negli ingressi mi incastro come la polpa di un succo d'arancia nella bocca di un imbuto.
Uomini a terra avvolti nelle loro coperte e indicazioni del corretto percorso da seguire attirano la mia attenzione. Finalmente entro in biglietteria e mi affretto alle macchinette imprecando la loro non presenza nel lungo corridoio... perché non metterla anche lì ma costringere a una simile sfacchinata? perché non inserir qualcosa nell'ingresso con l'ampio e gratuito parcheggio disponibile?
Afferro il mio biglietto per poi tornar sui miei passi e qui vengo fermata dalla guardia; "Ti devo misurar la temperatura", "Ma sono appena entrata" Brontolo io... Più che una guardia è l'omino addetto al rilevamento della temperatura, "Per farla viaggiare la devo misurare".
Caspita!!! Sono appena passata di qua se io avessi acquistato il biglietto sul web nemmeno venivi a conoscenza della mia esistenza. Ma si!!! In Italia è giusto portare avanti queste fesserie incongruenti altrimenti chi gli paga lo stipendio a questi!!!
Finalmente trovo uno dei pochi regionali puliti, mi siedo dopo aver abbassato lo sportellino vicino all'ingresso e scrivo sonnacchiosa osservando che non ho ne un numero dove dover obbligatoriamente stare. Meno male! Non sarei riuscita a raggiungerlo!
Anche i seggiolini sono privi degli ormai noti e ormai non considerati cartelli in cui è vietato sedersi.
Il ritorno;
Schiaccio il pulsante "Italiano" per acquistar il biglietto nell'esatto istante in cui la voce termina di annunciar l'arrivo del mio treno. Muovitimuovitimuoviti supplico disperatamente alla macchina, se attendo il prossimo arrivo alle undici meno cinque a modena e poi mi scoccia aspettare un'ora invano.
Il resto scende come di consueto ma? E il biglietto dov'è? Hai terminato la carta proprio con il mio e proprio quando c'è un cliente in ritardo? Ma si fa così? E che cribbio!!!
Arriva il treno, salgo sperando di non trovar alcun controllore, non ho nulla a dimostrazione che ho pagato il biglietto nemmeno la transazione del bancomat!
Tu, uomo dal nero colore, non puoi vestirti di scuro quando una non possessora del biglietto rischia di scambiarti per un controllore. Tu, ragazzo dal gillet catarinfrangente color arancio lo sai che potresti causar un infarto ad una povera donzella?
La voce dell'autoparlante comunica ad ogni ripartenza che il non utilizzo della mascherina comporta l'immediata espulsione dal treno... ok, se vedo il controllore mi tolgo la mascherina, al massimo prendo il prossimo!!!
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